Oltre 4.000 cittadini hanno voluto far sentire la loro voce! Il tema è scottante perché coinvolge le tematiche ambientali, ma pone anche notevoli problemi economici a livello individuale e a livello globale. Non solo, ma la scelta rischia di avere implicazioni geopolitiche che forse non riusciamo nemmeno ad immaginare appieno. Che ne pensano i nostri cittadini di OpinionCity? Sono favorevoli ad un graduale passaggio dal motore a scoppio al motore elettrico? Ecco le risposte: 

FAVOREVOLE 37% 

CONTRARIO  63% 

Il motore elettrico, come funziona 

Dal momento che in un futuro ormai molto vicino, i motori elettrici andranno a sostituire quelli a scoppio, è bene capire, almeno a grandi linee, su quali principi si basa il loro funzionamento. 

Le auto con motore a scoppio, lo sappiamo, esistono da quasi due secoli. Nel tempo, i motori sono diventati sempre più efficienti e meno inquinanti: ciononostante, il livello di inquinamento globale raggiunto è ormai intollerabile, la concentrazione di particolato e polveri sottili stanno rendendo l’aria delle nostre città irrespirabile. Per questo, è nata l’esigenza di realizzare motori a impatto zero, senza emissione di alcuna particella inquinante nell’aria. 

Questo è il motivo per cui si punta ormai da anni sui motori elettrici: questi ultimi, infatti, non richiedono alcuna combustione ma funzionano tramite una batteria in grado di generare una forza motrice tale da muovere il veicolo. 

Solo vantaggi? 

C’è comunque molta perplessità da parte del largo pubblico nei confronti di questa importante transizione ecologica. Esaminiamo dunque insieme vantaggi e svantaggi dell’elettrico. 

I vantaggi in termini di impatto ecologico sono innegabili: azzerando le emissioni nocive, la qualità dell’aria migliorerebbe sensibilmente in tempi rapidi. 

Un altro vantaggio significativo del motore elettrico è la sua affidabilità nel tempo: non essendoci combustione, non ci sono parti da sostituire come olio, filtro, liquido di raffreddamento ecc. 

E questi sono due aspetti che possono certamente invogliare ad investire in un’auto elettrica che, a tutt’oggi, ha costi più elevati rispetto ad una normale auto con motore termico. 

Ma esistono, almeno per ora, anche svantaggi da non sottovalutare:  primo tra questi, la limitata autonomia dell’auto elettrica. Infatti, allo stato attuale, ancora non esistono motori elettrici in grado di far percorrere con un pieno la stessa distanza che si può percorrere con un pieno di benzina.   

Aggiungiamo poi che i tempi di ricarica sono ben lontani da quei cinque minuti che in media si impiegano per fare un pieno di benzina e che le colonnine per la ricarica, anche se aumentate sensibilmente negli ultimi tempi, sono ancora inadeguate a soddisfare le richieste di un pubblico potenzialmente molto ampio. 

Ma questi sono problemi che certamente saranno risolti prima del 2035. 

Cosa prevede la normativa dell’UE? 

Le automobili producono attualmente circa il 15% di tutte le emissioni di CO2 nell’Ue: perciò, la legislazione richiede che le case automobilistiche riducano del 100% le emissioni di carbonio delle auto nuove. 

Ma allora dal 2035, tutte le auto a benzina o diesel e anche le ibride dovranno sparire dalla circolazione? No, non è proprio così. Non saremo certo costretti a cambiare la nostra macchina, se è ancora relativamente nuova ed efficiente.  

Il passaggio sarà graduale: dal 2035, tutte le nuove auto immesse sul mercato dovranno essere ad  emissioni zero, in modo da arrivare per il  2050 ad una totale eliminazione delle auto con motore a scoppio. 

Ma, in ogni caso, dopo il 2035, sarà ancora possibile acquistare un’auto usata con motore a benzina, anche se, con ogni probabilità, i costi di carburante, manutenzione, bollo ecc. potrebbero subire degli aumenti. 

La normativa, inizialmente più rigida, ha subito alcune modifiche durante il suo iter burocratico. Per esempio, per i furgoni e i veicoli da trasporto commerciale leggeri la graduale sparizione è prevista entro il 2040. 

Ok, direte, entro il 2035 niente più auto nuove con il motore a combustione ed entro il 2040 stop anche a furgoni e veicoli commerciali. Va bene, ma … e le moto? Ci sarà uno stop anche per le due ruote? 

Al momento non se ne parla, probabilmente perché le moto hanno già un minore impatto ambientale e di fatto contribuiscono ad alleggerire il traffico, ma sicuramente, prima o poi saranno coinvolte anche loro nel nuovo green deal. 

Non dimentichiamo, poi, che alcuni Paesi, tra cui l’Italia, hanno chiesto  e ottenuto la possibilità di continuare ad immatricolare auto con motore a scoppio, ma alimentate con carburanti bio e sintetici, prodotti a partire da frumento, mais, barbabietola, colza e anche alghe, i cosiddetti e-fuels

Il problema della smaltimento delle batterie 

Una delle preoccupazioni più diffuse nei confronti della diffusione delle auto elettriche è il problema della produzione e dello smaltimento delle batterie.  

I minerali più usati per la produzione delle batterie delle auto elettriche sono il Litio e il Cobalto, la cui estrazione implica un grande impatto ambientale e anche sociale. Ok, questo è verissimo. Ma il petrolio? non è inquinante anche il petrolio? La sua estrazione, lavorazione, trasporto, non sono cause di danni all’ambiente? Non ci sono, in tutto il mondo,  guerre per il controllo di territori ricchi di giacimenti? 

Da questo punto di vista, alla fine, non ci dovrebbero essere sostanziali differenze. Allora, se il problema non è la produzione, potrebbe però esserlo lo smaltimento

Tuttavia, dobbiamo considerare che la vita media di una batteria è di 8-10 anni, cioè pari alla vita media di un’auto.  

Dopo 10 anni, ci sarebbe un calo del rendimento della batteria di circa il 20%: in sostanza, la batteria è utilizzabile ancora per anni e potrebbe “vivere” anche più dell’auto su cui è montata. Alla fine del suo ciclo di”vita”, la batteria dovrebbe essere opportunamente smaltita presso appositi consorzi abilitati. 

Attualmente, gli impianti specializzati nello smaltimento e riciclo delle batterie a litio si trovano solamente in pochi Paesi europei, per lo più in Germania, Francia, Belgio e Spagna. È evidente però che, a seguito della crescita del mercato delle auto elettriche su scala mondiale, risulta indispensabile un aumento degli stabilimenti adibiti al trattamento e allo smaltimento delle batterie a litio anche negli altri Paesi. 

Oggi, molti Paesi mirano al riutilizzo piuttosto che allo smaltimento delle batterie a litio delle auto elettriche: per esempio, in Francia, queste batterie vengono riutilizzate per alimentare i battelli che navigano sulla Senna, in Giappone vengono riutilizzate per l’illuminazione stradale. 

E tu cosa ne pensi? 

  • Hai già provato a guidare un’auto elettrica? 
  • Pensi che l’introduzione su larga scala delle auto elettriche possa contribuire in modo significativo al miglioramento della qualità dell’aria ? 
  • Quali suggerimenti ti sentiresti di dare per rendere meno difficile questa transizione ecologica? 

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