Recentemente, Testpoint ha selezionato 10 persone per una ricerca di mercato veramente insolita: si trattava di mettere a confronto due materiali innovativi, studiati per  realizzare dei piani di lavoro per la cucina. In particolare, l’azienda produttrice era interessata a farne testare la facilità di pulizia. Ed ecco che Testpoint ha convocato nella sua location di Roma 10 persone che, armate di spugnette e detersivi, hanno pulito i top per valutarne la facilità di lavaggio ed igienizzazione.  

Top cucina a confronto 

Se doveste elencare le caratteristiche in base alle quali scegliere il nuovo top per la vostra cucina, cosa indichereste come irrinunciabile? Certamente lo vorreste elegante e raffinato, ma anche pratico e resistente agli urti, ai graffi e alle macchie. 

Ma, ne siamo certi, la prima cosa che chiedereste è che sia di un materiale igienico e facile da pulire. 

Proprio per questo, un’importante azienda produttrice di materiali innovativi che stanno trovando sempre più spazio nei top per le cucine non professionali,  ha voluto testare la facilità di pulizia di due diversi prototipi attraverso 10 interviste qualitative che si sono svolte a Roma nella location di Testpoint. 

Come si è svolto il test 

Sono state reperite 10 persone, donne e uomini, che utilizzano la cucina e si occupano di pulirla dopo l’uso, ed è stato chiesto loro di pulire due prototipi di top per cucina, precedentemente sporcati con ciò che più frequentemente può andare a macchiare il piano di lavoro: grasso, sugo di pomodoro, limone, caffè ecc. 

Ai rispondenti sono state fornite le normali attrezzature che si utilizzano per la pulizia della cucina: spugnette, detersivi, sgrassatori, ed è stato chiesto loro di procedere come fanno abitualmente. Al termine delle operazioni, dovevano rispondere ad alcune domande su quanto facilmente avevano svolto la pulizia del piano di lavoro, se era stato facile eliminare le macchie, se erano rimasti aloni o graffi, e quanto complessivamente erano soddisfatti del risultato ottenuto.  

L’intervista era di tipo qualitativo, cioè l’intervistatore, seguendo una traccia di conversazione, lasciava che l’intervistato esprimesse in modo assolutamente libero le proprie sensazioni, commentando con parole proprie l’esperienza appena vissuta.