Che c’è di meglio del buon profumo di una frittura fresca e saporita? Che sia per preparare dei deliziosi Krapfen o delle buone patate croccanti, una bella padella piena di pezzetti di bontà sfrigolanti è sempre un piacere.

 

Eppure anche dietro ad un momento così festoso possono celarsi insidie e pericoli per il nostro fegato e per la nostra salute. Vediamo quali!

 

Le fritture possono essere preparate sia con grasso vegetale (olio) che con grasso animale (burro o strutto). In questo post ci limiteremo a considerare i rischi di una cottura in olio.

 

La principale cosa da tenere in considerazione è il punto di fumo.
A molti sarà capitato di scaldare troppo l’olio e di aver visto una nuvoletta nera alzarsi dalla padella. Ecco quella sostanza, molto nociva per il fegato e per le pareti gastriche, si chiama”Acroleina”. Il consiglio in tali casi è dunque quello di sospendere la cottura e procedere alla sostituzione con del prodotto fresco.

 

Non tutti i grassi raggiungono questo livello alle stesse temperature. Di seguito un comodo elenco da tenere in mente quando dovremo decidere con che tipo di olio dovremo scegliere di friggere qualcosa:

  • Girasole < 130°C

  • Soia 130°C

  • Mais 160°C

  • Extra vergine di oliva* 160°-210°C (* a seconda della qualità)

  • Cocco 177°C

  • Arachide 180°C

  • Palma raffinato 240°C

 

L’olio di palma raffinato sembrerebbe avere una prestazione di gran lunga migliore, ma attenzione, perché è proprio la raffinazione che gli consente di riuscire a “bruciare” a temperature così elevate.
Se ci fosse lo 0.04% di acidi grassi il punto di fumo si abbasserebbe a 220° e se ci fosse l’1% addirittura a 160°. A furia di raffinarlo lasciamo solo i grassi polinsaturi ed eliminiamo gli acidi grassi liberi, procedura che certamente non giova al prodotto ed a chi lo dovrà mettere nello stomaco.

 

Bene, e allora quale è l’olio migliore per friggere? E quali sono i consigli pratici da seguire? Gli esperti consigliano:

  1. di friggere con olio di arachide per la sua capacità di arrivare ad una temperatura elevata senza processi di raffinazione

  2. di usare sempre abbondante quantità di olio e di non rabboccarlo perché quello che verserete in un secondo momento durerà quanto l’olio di partenza (fenomeno noto come memoria termica dell’olio)

  3. di preferire piccole pentole dai bordi alti piuttosto che padelle troppo larghe, questo infatti aiuterà l’olio a restare a temperatura

  4. di verificare quando l’alimento galleggia in superficie perché è quello il momento in cui l’olio arriva alla temperatura di frittura, in caso contrario esso affonderà

  5. di procedere con la cottura scaglionata in giuste quantità e progressiva una dopo l’altra, in questo modo non lascerete mai l’olio “scoperto” e non brucerà

  6. di non riutilizzare l’olio per ulteriori fritture

  7. di gettarlo negli appositi contenitori di raccolta degli olii usati. Questa precauzione non gioverà al vostro fegato ma certamente aiuterà a non inquinare i nostro caro mare