Abbiamo affrontato questa volta un tema di grande interesse per il futuro dei nostri figli: l’ennesima proposta di riforma della scuola superiore. Questa volta, la sperimentazione che si va allargando ad un numero più consistente di scuole consiste nel ridurre la durata del percorso scolastico da 13 a 12 anni, compattando gli anni di liceo in soli quattro. Che ne pensano i cittadini di OpinionCity? Meglio un anno di scuola in meno per accedere prima al mondo del lavoro anche affrontando il sacrificio di più ore di lezione al giorno? O questo tour de force rischia di essere poco utile dal punto di vista dell’apprendimento e di privare i giovani di ore da dedicare allo sport e allo svago? I cittadini di OpinionCity, con quasi 2500 voti, si sono espressi così:
SI 58%
NO 42%

Non c’è pace per la nostra scuola

Ministro che viene, riforma che arriva! Non c’è dubbio, è così: ogni nuovo ministro deve lasciare traccia del suo passaggio, modificando in maniera più o meno sostanziale le nostre istituzioni scolastiche.

 

E così, dopo l’epocale riforma Gentile del 1923, la soppressione delle Scuole di Avviamento professionale e l’istituzione delle Scuola Media unificata nel 1963, l’introduzione dei Decreti Delegati del 1974, ogni nuovo Ministro (Falcucci, Berlinguer, Moratti, Fioroni, Gelmini, Giannini, Fedeli, Azzolina) ha voluto lasciare una traccia del suo passaggio introducendo qualche novità.

 

Chi abolisce il maestro unico della scuola elementare, pardon … primaria, per sostituirlo con un team di tre maestri; chi vuole valutazioni numeriche decimali, chi le gradisce espresse in lettere, chi vuole giudizi discorsivi, anzi no … torniamo ai numeri! Esami di maturità, anzi di Stato, con commissari tutti esterni ed un solo membro interno, anzi meglio tutti interni e uno solo esterno, anzi, meglio ancora, facciamo commissioni miste. Per non parlare delle modalità di svolgimento di questi benedetti esami di Stato che non trovano pace: tutte le materie, due materie, tre materie, un colloquio pluridisciplinare con la presentazione di un lavoro originale dello studente … ma, per carità, non chiamatela tesina!

 

Per non parlare del valzer latino sì, latino no che negli anni è stato un incubo per alunni e insegnanti, e della miriade di tipi e di indirizzi scolastici che sono spuntati come funghi nell’ultimo decennio.

 

E la durata delle scuole superiori? Non è stata di cinque anni sempre e per tutti gli indirizzi: quelli che una volta si chiamavano Istituti Magistrali, fino al 1998 duravano quattro anni, permettevano di insegnare subito nelle scuole elementari, e davano accesso alla sola facoltà di Magistero oppure, frequentando un anno integrativo, alle altre facoltà universitarie.

 

Anche il Liceo Artistico ha avuto durata di quattro anni fino al 2013, consentendo l’accesso all’Accademia di Belle Arti o, con la frequenza di un anno integrativo, alla altre facoltà universitarie.

 

E ora?

I pro e i contro di un “liceo breve”

La sperimentazione, che ora si vorrebbe ampliare ed estendere fino a 1000 scuole, ha avuto inizio nell’anno scolastico 2018-19 con l’allora ministra Valeria Fedeli. Ma quali sarebbero i vantaggi?

 

  • Molti sostengono che tra i vantaggi di fare un anno di meno ci sia quello di arrivare un anno prima all’Università o al mondo del lavoro, così come già accade in molti Paesi europei.
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  • Il nuovo liceo sarebbe strutturato in modo da aumentare lo spirito di squadra tra i ragazzi, chiamati a lavorare insieme.
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  • Il nuovo liceo stimolerebbe l’autonomia degli studenti che possono decidere i loro tempi di studio per poi sottoporsi a verifiche sui risultati ottenuti, in un mondo in cui non conta più tanto la quantità di conoscenze ma la capacità di problem solving, cioè la flessibilità e la velocità di elaborazione del pensiero e di applicazione immediata delle conoscenze.
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  • Il nuovo metodo di insegnamento punterebbe a utilizzare tutti gli strumenti informatici possibili chiedendo agli studenti di produrre contenuti digitali.

“Innovazione” è quindi la parola-chiave: perché il liceo breve possa funzionare è necessario predisporre una didattica innovativa, laboratoriale, digitale e che preveda l’acquisizione di competenze trasversali.

 

Ma anche i “contro” hanno le loro ragioni e il loro peso:

  • Molti sostengono che sia possibile che gli studenti risentano di carenze organizzative, soprattutto se la scuola che si propone per la sperimentazione non ha già avviato un rinnovamento del metodo didattico.
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  • Un percorso di quattro anni invece di cinque rischia poi di essere troppo pesante per gli studenti, senza permettere loro una corretta assimilazione dei concetti.
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  • Anche i sindacati non sono d’accordo: soprattutto, si temono tagli ai docenti. La riforma produrrebbe la perdita di quarantamila posti di lavoro, soprattutto tra i docenti di licei, tecnici e professionali. Si tratta di un semplice calcolo, aggravato dal fatto che il numero degli alunni In Italia, per tendenze demografiche, è da anni in continuo e inarrestabile calo.

Come funziona nel resto d’Europa?

Non è facilissimo fare un confronto tra le modalità in cui è strutturata l’istruzione secondaria in Italia e le corrispondenti organizzazioni a livello europeo in quanto può essere differente la durata e la distribuzione dei cicli di istruzione inferiore.

 

In generale, possiamo dire che l’Unione Europea si divide in due gruppi principali:

  • da una parte l’ex Europa dell’Est, i Paesi nordici e l’Italia, in cui il ciclo di studi liceali si conclude a 19 anni;
  • dall’altra gli stati dell’Europa occidentale, in cui il diploma si consegue a 18. La Germania è a metà strada (le scuole di questo livello terminano a 18 o 19 anni a seconda dell’indirizzo scelto).

La maggioranza di Paesi prevede una “scuola media” che si protrae fino ai 15/16 anni (momento che spesso coincide col termine della scuola dell’obbligo) cui segue un triennio o quadriennio di “scuola superiore” che si conclude, ovunque, a 18 o 19 anni di età.

 

Probabilmente, la sperimentazione avviata dal Ministero punta ad arrivare ad una completa riorganizzazione dei cicli scolastici che culmini con un Liceo Quadriennale sul modello di quanto avviene nella maggior parte d’Europa.

 

Non sarebbe quindi la durata a fare la differenza, ma l’articolazione interna del percorso, gli obiettivi e la didattica.

E tu cosa ne pensi?

  • Sei legato alla tradizionale suddivisione della nostra scuola in Scuola Media triennale e Scuola Superiore di 5 anni o pensi che sia opportuno “svecchiare” la nostra scuola per quanto riguarda didattica e percorsi, uniformandoli ai modelli europei?
  • Iscriveresti tuo figlio/tua figlia in un nuovo liceo sperimentale che duri un anno in meno ma che assicuri una didattica innovativa?
  • Temi che questa ansia di rinnovamento della scuola porti a cancellare la gloriosa tradizione culturale italiana?

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