Abbiamo affrontato anche questa volta un tema di grande attualità: quello dell’intelligenza artificiale che sta consentendo di dar vita, è il caso di dirlo, a robot dalle sembianze sorprendentemente simili alle nostre e in grado di interagire con gli esseri umani, imparando dalle esperienze. E’ qualcosa che incuriosisce e stimola o che fa paura?

I cittadini di OpinionCity si sono appassionati al nostro quesito e ci hanno sommerso con una vera valanga di risposte, quasi 5000! Ed evidentemente la curiosità e la voglia di sperimentare e mettersi in gioco è più forte di perplessità e timori perché le risposte sono così distribuite:

SI 73%

NO 27%

Dal robot all’androide… quale può essere il nostro futuro?

Robot, un termine ormai di uso comune in tutto il mondo e che non ha bisogno di traduzioni, è una parola di origine ceca che indica chi svolge i lavori pesanti. Uno schiavo quindi, addetto a sostituire l’uomo nelle attività più gravose.

Nella letteratura del ‘900 e nel cinema si sprecano esempi di robot, a volte buoni e servizievoli, a volte cattivi e intenzionati a ribellarsi all’uomo-padrone per prenderne il posto.

La realtà ha tempi decisamente più lunghi e obiettivi più concreti: i primi robot degli anni ‘60 del novecento consistevano essenzialmente in bracci meccanici utilizzati dall’industria automobilistica; successivamente sono stati creati bracci robotici per disabili e soltanto negli anni ‘70 compaiono i primi robot umanoidi capaci di trasportare oggetti.

Oggi esistono una varietà di robot, dai robot da cucina che tutti conosciamo, ad animali robot (alcuni sono giocattoli, ma ce ne sono anche alcuni con funzioni militari), agli ausili per disabili (arti robotici) fino ad arrivare ai robot che interagiscono con i bambini aiutandoli ad imparare usando la logica, ad apprendere la matematica, la geometria le basi della programmazione.

E non è finita qui: con lo sviluppo di materiali intelligenti (smart materials), i robot umanoidi avranno una pelle sempre più simile alla nostra e, con l’intelligenza artificiale, saranno sempre più dotati di caratteristiche tipicamente umane quali, ad esempio, le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali. Dei veri e propri “androidi”!

Cos’è l’intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale è un ramo dell’informatica che, attraverso particolari sistemi hardware e software, cerca di dotare le macchine di capacità tipicamente umane mirando a riprodurre le nostre abilità fisiche, i nostri processi cognitivi, la nostra capacità di rispondere agli stimoli ambientali e adattarci all’ambiente nel quale ci troviamo. Il tutto avviene grazie a un modello matematico, alla base di un sistema informatico, che cerca di simulare le reti neuronali biologiche del nostro cervello dove ogni neurone è collegato mediamente con una decina di migliaia di altri neuroni tramite delle sinapsi.

Sophia, l’androide intelligente

Nata a Hong Kong qualche anno fa, è sbarcata a Roma nel novembre 2018 Sophia, l’androide intelligente che somiglia a Audrey Hepburn. Sophia è in grado di interagire con gli esseri umani: si è dimostrata infatti in grado di rispondere alle domande dei giornalisti, ricordando le conversazioni sostenute in precedenza e imparando da esse. Il suo data base quindi si arricchisce continuamente, simulando i modelli di apprendimento umano. Inoltre, è in grado di mostrare le proprie reazioni selezionando l’espressione facciale giusta tra le oltre 60 per cui il suo viso è programmato.

E’ dotata di un sistema di riconoscimento vocale e facciale, è in grado di riprodurre gesti umani e di fare conversazione su argomenti predefiniti. Le telecamere negli occhi di Sophia combinate con algoritmi informatici le permettono di vedere: può seguire i volti, sostenere il contatto visivo e riconoscere gli individui.

I produttori dichiarano di aver progettato Sophia per essere un compagno adatto per gli anziani nelle case di cura o per aiutare le folle in grandi eventi o parchi.

L’amore al tempo dei robot

Alcuni scienziati sono convinti che presto l’intelligenza artificiale sarà in grado di simulare e ricambiare i sentimenti umani. Da una decina di anni, all’Università di Singapore si studia il modo di creare dei “robot emotivi” che non solo siano in grado di riconoscere gli stati d’animo degli umani ma anche di rispondere di conseguenza.

Il segreto sono dei robot dotati di una versione artificiale degli ormoni umani dell’amore – come la ossitocina, dopamina, serotonina e endorfine – che, aumentano o diminuiscono, a seconda del livello di affetto. Ci saranno quindi robot in grado di percepire le reazioni affettive degli esseri umani rilevando espressioni facciali, variazioni del tono della voce, della pressione sanguigna e della temperatura corporea e di reagire dimostrando amore e felicità, ma anche gelosia, disgusto, rabbia o altre emozioni. Nasce così la “lovotica”, l’amore al tempo dei robot!

E tu cosa ne pensi?

  • Ti piacerebbe che un robot androide ti aiutasse nelle faccende domestiche e tenesse compagnia ad anziani e bambini in casa tua?

  • Pensi che il futuro vedrà un sempre maggiore impiego di macchine e robot nelle attività quotidiane?

  • Quali suggerimenti ti sentiresti di dare per evitare che l’impiego di macchine e automazioni ci faccia perdere il contatto con la natura e la realtà

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