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Chiunque abbia volato, magari per molte ore, seduto accanto a dei bambini, probabilmente non ricorda quel viaggio come uno dei più tranquilli e rilassanti.

Nonostante l’impegno dei genitori nel tenerlo concentrato su un gioco o nel cercare di farlo dormire il più possibile, pianti e capricci saranno all’ordine del giorno.

Ai passeggeri seduti accanto, anche ai più comprensivi ed empatici, verrà da pensare “perchè proprio a me?”

-La IndiGo sperimenta la “child-free zone”.

Per questo motivo la compagnia aerea indiana IndiGo, con lo scopo di garantire ai suoi clienti un viaggio più confortevole, ha deciso di riservare una parte dei suoi aerei ai soli adulti.

Otto file di posti, con sedili più comodi e più spazio per distendere le gambe: la classica “comfort zone” si trasforma in “child-free zone”.

Molti genitori hanno duramente contestato questa iniziativa, ritenendola scortese e discriminatoria nei propri confronti.

Chiunque porti con sé in viaggio dei bambini, infatti, non potrà scegliere di volare godendo delle comodità della comfort zone, le famiglie saranno costrette quindi a viaggiare in seconda classe per il solo fatto che i loro membri più piccoli potrebbero disturbare gli altri passeggeri che hanno acquistato un biglietto in comfort zone.

La compagnia a queste critiche ribatte che ciò che li ha spinti a creare una “child-free zone” è semplicemente la necessità di garantire a chi viaggia per affari uno spazio tranquillo per lavorare e riposare.

 

-La vostra opinione

La settimana scorsa vi abbiamo chiesto di rispondere ad un sondaggio, volevamo sapere cosa ne pensavate di questa iniziativa.

Ci avete risposto in 711: il 54% di voi ha dichiarato di essere d’accordo con la decisione della compagnia aerea: sarebbe quindi giusto riservare una zona più silenziosa ai passeggeri che desiderano viaggiare in tranquillità. Il restante 46% ha invece definito questa iniziativa come ingiusta, ritenendola discriminatoria nei confronti delle famiglie con bambini.

Da queste risposte si evince che anche la nostra community è divisa, più o meno a metà, nella valutazione di questa decisione.

 

 

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Livia Martini