Abbiamo affrontato questa volta un tema che ci tocca tutti da vicino. La nostra vita ai tempi del Coronavirus sta subendo cambiamenti in tutti gli aspetti del quotidiano. Quanto questi cambiamenti toccano le abitudini di acquisto per quanto riguarda i prodotti alimentari?

I cittadini di OpinionCity con tanta attenzione e precisione hanno saputo darci le loro opinioni sui prodotti che consumiamo ogni giorno, consigliandoci per il meglio come si fa tra buoni amici e inviando anche i loro suggerimenti alle aziende produttrici: chi meglio di loro poteva farci capire l’entità di questo cambiamento epocale?

Abbiamo chiesto: “Quanto sono cambiate le tue abitudini di acquisto di alimentari ai tempi del Coronavirus?” I cittadini di OpinionCity si sono espressi così:

Per niente/Poco 19%

Abbastanza/Molto 81%

Cibo da “quarantena” e rischio di sprechi alimentari

Nei primi momenti della nostra “nuova vita” con il terrore di contagi e quarantene, si sono verificate in tutte le città corse ingiustificate all’accaparramento di prodotti alimentari per l’irrazionale paura di restare a corto di provviste. E’ stata una vera e propria “sindrome da frigorifero vuoto” che ha spinto molti a fare acquisti anche in modo irrazionale.

Ma anche una volta verificato che questo pericolo non esiste e che gli scaffali del supermercato continueranno ad essere riforniti regolarmente, abbiamo assistito a dei cambiamenti notevoli nelle abitudini di acquisto.

Gli Italiani, dovendo limitare le loro uscite per la spesa a un paio di volte alla settimana, si sono rivolti a quello che possiamo definire “cibo da quarantena”.

L’ufficio studi di Confagricoltura evidenzia che i cibi maggiormente acquistati sono quelli a lunga scadenza facilmente conservabili, come riso, pasta, scatolame, sughi e farina, oltre alle immancabili cassette di acqua. Le scelte degli Italiani si orientano verso cibo semplice, pronto all’uso, nutriente, a lunga conservazione. Tutto questo a discapito di prodotti freschi facilmente deperibili.

Si è registrato dappertutto nei primi giorni della “quarantena” un forte calo delle vendite dei prodotti freschi, dall’ortofrutta al latte, calo dovuto appunto alla tendenza ad approvvigionarsi di prodotti non facilmente deperibili. Così, quello del fresco invenduto diventa un ulteriore problema nel problema con la necessità di smaltire tutte queste eccedenze alimentari.

Per non parlare di quello che inevitabilmente si sprecherà nelle case, per prodotti scaduti e non consumati.

Precauzioni in cucina, o no?

Finora, sono stati effettuati studi sulla persistenza del virus su superfici inerti, quali acciaio, plastica, vetro, guanti e camici. Non sappiamo molto invece sulla sua persistenza su prodotti alimentari. In realtà, un nesso tra alimenti e diffusione del virus non è stato dimostrato e anzi l’allarmismo a riguardo sembra del tutto ingiustificato. Finora, infatti, è stata dimostrata la disseminazione virale attraverso secrezioni respiratorie da persona a persona a stretto contatto e non attraverso gli alimenti.

Ciò nonostante, si è diffusa la paura che su alcuni alimenti il virus possa depositarsi per poi trasmettersi a chi quegli alimenti manipola o assume.

C’è chi evita di comprare pane, o salumi e formaggi affettati al momento preferendo quelli confezionati, chi rinuncia alla mozzarella in quanto lavorata manualmente, chi non compra insalate e ortaggi da consumare crudi, anche se è stato più volte detto che il lavaggio con soluzioni contenenti cloro è in grado di dissolvere la capsula virale eliminando ogni pericolo.

Cibo anti- stress?

Naturalmente non bisogna nemmeno commettere l’errore di rifugiarsi nel cibo per combattere l’ansia da quarantena forzata: dolci, pizze e patatine aiutano solo momentaneamente e anzi, avendo un elevato indice glicemico, innescano una spirale negativa facendo innalzare i livelli di insulina e di cortisolo, ormone dello stress!

Anche una dieta troppo restrittiva non aiuta, esponendo maggiormente a depressione e psicosi.

Che fare allora? La risposta più saggia è quella di rivolgersi alla sana dieta mediterranea che ha un ruolo importante nella promozione del buonumore, liberando quei neurotrasmettitori che sono associati al benessere: via libera dunque ai vegetali che contengono antiossidanti, ai legumi, agli alimenti fonti di minerali e omega-3, senza dimenticare, per gratificarci, un po’ di cioccolata!

L’e-commerce nel settore alimentare ai tempi del Coronavirus

In questi giorni difficili, in cui tanti negozi sono chiusi e anche l’accesso ai punti vendita di alimentari, sia piccoli negozi sia supermercati, è contingentato e a volte ci costringe a file abbastanza lunghe, per la prima volta in Italia si riscontra una vera impennata delle vendite online con consegna a domicilio di alimenti o prodotti di prima necessità.

Se gli Italiani erano già abituati ad acquistare online biglietti aerei o ferroviari e pacchetti vacanza, o anche per l’abbigliamento, non lo erano altrettanto per la spesa: in questi giorni invece stiamo assistendo ad un boom dell’e-commerce legato al food o al food-delivery. Sarà un’abitudine che si consoliderà nel lungo periodo? Gli Italiani scopriranno la comodità del fare l’ordine online per tutta la settimana e aspettare la consegna comodamente a casa? Diminuirà la nostra diffidenza verso l’uso della moneta elettronica?

E tu cosa ne pensi?

  • Sono cambiate le tue abitudini alimentari e le tue abitudini di acquisto degli alimenti in questo periodo?

  • Pensi che nel lungo periodo i piccoli negozi di alimentari saranno penalizzati dalle nuove abitudini di acquisto?

  • Quali suggerimenti ti sentiresti di dare per vivere quanto più serenamente possibile questo periodo di quarantena mantenendo un’alimentazione sana ed equilibrata?

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