Ciascuno di noi può modificare in parte il proprio stile di vita per contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico! Rispettiamo le normative vigenti in materia di riscaldamento domestico e provvediamo ad una adeguata coibentazione dei nostri appartamenti per evitare dispersioni del calore: la nostra salute ne trarrà vantaggio e la Terra ci ringrazierà!
Perché tra l’altro, non dimentichiamolo, spesso e volentieri si tratta di … molto calor per nulla!

Riscaldamento domestico, surriscaldamento e inquinamento

Forse non ci fa piacere sentirlo dire, ma purtroppo è così: il maggior responsabile delle emissioni di gas serra nell’atmosfera è proprio il riscaldamento domestico. E i gas serra, tra i quali il principale è l’anidride carbonica, non solo sono inquinanti, ma sono la principale causa del surriscaldamento del pianeta. E’ addirittura superfluo ricordare che il livello di inquinamento dell’aria in molte delle nostre città ha abbondantemente sfondato i livelli di guardia e che le conseguenze dei cambiamenti climatici sono tristemente sotto gli occhi di tutti.

Ma, nonostante tutte questa considerazioni, ormai siamo abituati al confortevole calduccio delle nostre case, delle scuole, degli uffici e dei negozi e ci chiediamo stupiti come facessero i nostri nonni a vivere in abitazioni non riscaldate o ad andare a scuola e studiare in aule gelide. Certo, i progressi sono stati notevoli e nessuno vorrebbe rinunciare a quella piacevole sensazione di comfort termico che fa parte della nostra normalità. Ma, ci sono molti “ma” sui quali è bene interrogarsi.

Partiamo esaminando le principali fonti di riscaldamento utilizzate dagli italiani per le loro case. Troviamo nell’ordine, secondo recenti rilevazioni ISTAT:

  • metano (70%)

  • pellet e legna (15%)

  • GPL (6%)

  • energia elettrica (5%)

  • gasolio (4%)

con un trend in discesa per il gasolio, costoso e inquinante, e in salita invece per le biomasse (pellet e legna). Tuttavia, anche la scelta delle biomasse come fonte primaria di riscaldamento domestico non è affatto una scelta ecocompatibile. Infatti, le piante, da cui le biomasse derivano, utilizzano la CO2 (anidride carbonica) dell’aria per produrre ossigeno nel loro processo di fotosintesi clorofilliana, quindi sono il nostro principale alleato nel ridurre i gas serra nell’atmosfera; inoltre, quando le biomasse vengono bruciate, rilasciano nell’ambiente altissime concentrazioni di particolato e di monossido di carbonio, tossico per l’uomo.

Che fare allora? Meglio ricorrere all’energia elettrica? No, perché anche l’energia elettrica ha un suo impatto sui gas serra. Infatti, la produzione di corrente elettrica dipende ancora in larga parte dalla combustione di combustibili fossili. Approvvigionandosi dalla rete elettrica, quindi, si sposta il luogo della combustione dalla propria abitazione alle grandi centrali termiche, ma non si risolve il problema della CO2, dei gas serra e di tutti gli inquinanti rilasciati nell’aria con la combustione.

Per tali motivi, la soluzione migliore per agire sulle emissioni dannose può essere la produzione di corrente elettrica mediante l’installazione di impianti fotovoltaici domestici o condominiali che utilizzano l’energia solare. La produzione di energia elettrica dal sole non comporta emissioni di gas serra e, soprattutto, rappresenta un ottimo investimento per ridurre anche il costo delle bollette della luce.

Molto calor… per nulla!

Siamo tutti abituati a vivere al caldo e spesso nelle nostre case possiamo indossare anche in inverno abiti leggeri. Ma questo fa bene alla nostra salute? E si tratta davvero sempre di una sensazione piacevole quella che proviamo per esempio entrando in grandi magazzini o in uffici surriscaldati? Non ci capita mai di avere le guance in fiamme perché il calore è insopportabile e di sentire la necessità impellente di toglierci i cappotti ? Che bisogno abbiamo di sentirci ai Caraibi anche in ufficio o di trasformare la nostra casa in una sauna?

Allora, parafrasando il grande Shakespeare, ci verrebbe da dire … molto calor per nulla!

Spesso, infatti, si tratta di grandi sprechi, che comportano danni all’ ambiente e al … portafogli. La prima cosa da fare è quindi ridurre gli sprechi ottimizzando le temperature e provvedendo ad una opportuna coibentazione degli ambienti per evitare le dispersioni di calore.

Inoltre, anche per la nostra salute è importante non riscaldare troppo gli ambienti: un’aria troppo calda e secca è dannosa per il nostro apparato respiratorio in quanto irrita le mucose che rivestono le vie bronchiali: a farne le spese sono soprattutto i soggetti affetti da patologie asmatiche.

Cosa prevede la legge?

Secondo la legislazione vigente, la temperatura domestica non deve superare i 20°, con una tolleranza di due gradi. Oltre i 22°, quindi dovrebbero scattare le sanzioni. Naturalmente, è quasi impossibile effettuare controlli così capillari. Inoltre, se per un impianto di riscaldamento autonomo è sempre possibile installare un buon termostato, la cosa non è altrettanto semplice per un condominio. Esistono termostati condominiali ma in un edificio di più piani la temperatura di un appartamento al primo piano non sarà la stessa temperatura dell’attico, e poi bisogna tener conto di altri fattori quali, per esempio, l’esposizione dell’appartamento.

Possiamo prendere questa dei 20/22° come un’indicazione di massima alla quale fare riferimento, perché anche un grado solo in più o in meno può fare la differenza: pensate che ridurre la temperatura di un solo grado porta mediamente un risparmio dell’8% nei consumi, con tutti i benefici che ne conseguono per la qualità dell’aria che respiriamo e per la nostra salute.

E tu cosa ne pensi?

  • Saresti disposto a riscaldare un po’ meno la tua casa per contrastare il surriscaldamento globale e ridurre i gas serra?

  • Pensi che sia utile/necessario sensibilizzare i cittadini verso la necessità di contenimento dei gas serra derivanti dal riscaldamento domestico?

  • Sei a conoscenza di particolari accorgimenti da adottare per evitare sprechi/dispersioni del calore?

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