Un ampio dibattito quello che si è aperto tra i cittadini di OpinionCity a proposito della scelta della nota azienda produttrice di abbigliamento sportivo di esporre nel nuovo negozio di Oxford Street a Londra manichini curvy per mostrare tute, leggings e bra.
Oltre 2300 cittadini hanno voluto esprimere la loro opinione.

I cittadini di OpinionCity si sono espressi così …

SI 91%

NO 9%

Marketing per una donna reale o un pericoloso sdoganamento?

Di certo non è una novità: marchi più o meno famosi che producono abbigliamento per donne, per così dire, “in carne” ne esistono da tempo e già da un po’ di anni brand anche molto noti hanno scelto di puntare su modelle vicine ad una donna più vera, abbandonando quello stile “libellula” per il quale tante volte la moda è stata messa sotto accusa per il dilagare dell’anoressia tra le giovanissime.

Ma è davvero una presa di coscienza etica? o piuttosto è la considerazione commerciale che il mondo è fatto di donne normalissime che hanno tutto il diritto di trovare nei negozi abbigliamento gradevole che le valorizzi, perché la loro femminilità non è fatta solo di centimetri in più o in meno?

Certo, se è un notissimo marchio sportivo ad esporsi in prima linea su questo tema, il dibattito è più che giustificato: quando si tratta di un brand così noto, il messaggio diventa virale e il concetto che si vuole trasmettere arriva facilmente alle masse.

Allora è anche giusto porsi il problema: esporre manichini abbondantemente over-size non potrebbe “giustificare” comportamenti alimentari altrettanto impropri e dannosi quanto l’anoressia? In un momento in cui l’aumento di peso della popolazione mondiale sta raggiungendo livelli mai visti in passato e in cui le malattie legate al sovrappeso stanno diventando una importante causa di mortalità, non è pericoloso diffondere un messaggio che potrebbe essere letto come “grasso è bello”?

Cosa ne pensano i nostri cittadini

I nostri cittadini leggono in modo assolutamente positivo il messaggio trasmesso dall’utilizzo di manichini XXL per l’abbigliamento sportivo, trovano che sia un modo di venire incontro alle esigenze di un mondo che cambia e un prendere coscienza che le donne sono persone reali, con fisicità molto diverse e non dei modelli immaginari e poco realistici. Praticamente tutti ritengono giusto e importante dare a tutte le donne la possibilità di fare sport con un abbigliamento che le faccia sentire carine e in ordine e, nei loro commenti, sottolineano come sia corretto che i manichini siano rappresentativi di una realtà e non di modelli ideali. Vogliamo farvi ascoltare alcuni commenti dei nostri cittadini dalla loro viva voce:

“L’idea mi piace: non sempre la gente ha una taglia forte per scelta” (Cristina)

“Ottima idea!!! É un’idea corretta e segno di civiltà” (Elisa)

“Sono d’accordo, sarebbe una bellissima idea…..non trovo giusto entrare nei negozi e trovare solo manichini longilinei, visto che chi deve acquistare in media ha una taglia superiore alla S.” (Antonella)

“Ben vengano i manichini xxl. Quando si entra in un negozio, non bisogna vergognarsi a chiedere taglie superiori alla L” (Alessandra)

“Sono molto favorevole, tutti dobbiamo sentirci a posto con il nostro corpo” (Johanna)

“Sono ovviamente d’accordo, mi sorprende solo che non sia stato fatto fino ad ora. Le persone non sono tutte taglia 40 e perfette come i manichini, quindi perchè questi non essere più realistici? (Loredana)

“Sì,mi piace l’idea visto che sono un po’ rotondetta, cosi posso fare acquisti con più allegria” (Anna)

“Pienamente d’accordo, che ci siano manichini xxl. Il mondo è bello perché vario! Esistono tanti corpi, non solo quelli perfetti! (Rosa)

Puoi leggere questi ed altri commenti qui.

Curvy o oversize, dov’è la linea di confine?

C’è il rischio che la moda, volendo andare incontro ad un segmento di mercato purtroppo in forte crescita, contribuisca a rendere accettabili stili di vita e disturbi dell’alimentazione gravi tanto quanto l’anoressia. Insomma, va bene qualche chiletto in più, ma non esageriamo!

Dopo avere visto per anni in passerella solo ragazze scheletriche, certamente ora fa piacere vedere proposte di moda pensate per donne reali, morbide, formosette e rassicuranti. Ma attenzione: insensibilmente si sta passando dal “curvy” (che dovrebbe partire da una normalissima taglia 46 fino ad arrivare ad una 50/52), al plus-size e all’over-size.

La differenza non è solo nei termini, nelle “etichette”, ma è sostanziale: curvy significa formosa, sinuosa, procace, è una definizione che si riferisce ad una conformazione fisica più che a una taglia, mentre il plus-size e l’over-size si riferiscono più strettamente ad una gamma di taglie. Solo che spesso si crea confusione e si preferisce usare il termine curvy perché più carino e meno offensivo per riferirsi ad una donna cicciottella.

Il corpo della donna e il peso delle convenzioni

Dopo anni in cui il cinema e le riviste di fashion proponevano esclusivamente modelli di donne dalla magrezza irraggiungibile, ora parte da Hollywood la rivincita di donne e attrici piuttosto formose. Le copertine di Vogue e People non si stancano di inquadrare da vicino le rotondità di Lady Gaga, di Jennifer Lawrence e di Christina Hendricks, fino alle extra-large Melissa McCarthy e Gabourey Sidibe e al ciclone “biondo” Amy Schumer, la protagonista di “Un disastro di ragazza”.

Tutte attrici molto apprezzate a Hollywood perché, a quanto pare, le ciccione sono più divertenti. E proprio l’attrice Melissa McCarthy sta sfondando con una propria linea di abbigliamento che arriva alla XXL, in cui ogni donna può trovare tutto quello che le occorre per sentirsi bella e femminile.
Ma quanto pesano le convenzioni? E i canoni estetici legati ad un contesto socio-culturale variabile nel tempo quanto influenzano la percezione e la valutazione della bellezza femminile? E perché la stessa attenzione non è rivolta alla bellezza e alla prestanza maschile?

Per molti secoli sono stati attribuiti alla figura femminile formosa o viceversa esile, significati socioculturali connessi al benessere economico o alla povertà. Nei secoli passati in Europa, ed ancora attualmente in alcuni Paesi poveri, le forme femminili morbide e abbondanti erano considerate simbolo della ricchezza della donna, in quanto soltanto le donne ricche potevano permettersi il lusso di non lavorare e di mangiare in abbondanza, risultando in tal modo formose.
Viceversa, al corpo esile era attribuito il significato di povertà: soltanto le donne del popolo e le contadine erano magre in quanto mangiavano poco e lavoravano molto.

Il Novecento è il secolo in cui si sono susseguiti il maggior numero di cambiamenti riguardo ai canoni estetici della bellezza femminile: dalla donna androgina degli anni Venti alla donna formosa in quanto destinata alla maternità voluta dal fascismo, dalle “maggiorate” degli anni Cinquanta, evidente rifiuto delle privazioni della guerra, le cui curve sono metafora del desiderio di benessere economico, alle donne grissino degli anni Sessanta e Settanta, periodo segnato dalla contestazione giovanile e dalle rivolte studentesche. E arriviamo negli anni Ottanta con un nuovo boom di modelle dalle forme esuberanti che fanno passare in secondo piano l’abito rispetto alla bellezza di chi lo indossa, per giungere ad una nuova fase di esaltazione della magrezza, simbolo della donna in carriera. Dalle pagine delle riviste patinate dell’alta moda si affacciano donne dalla magrezza irraggiungibile che lanciano alle giovanissime pericolosi messaggi: e si assiste ad una esplosione dei disturbi del comportamento alimentare declinati in tutte le loro sfumature.

Ed ora? quale sarà il messaggio che la moda vuole trasmettere ai Millennians? Quello di non stare a preoccuparsi troppo di canoni estetici, perché la bellezza non si misura in centimetri? Che può esistere una moda gradevole per tutte? Che possiamo sentirci finalmente libere e amare il nostro corpo per quello che è?

E tu cosa ne pensi?

  • Trovi che l’iniziativa utilizzare manichini XXL vada incontro alle esigenze di donne reali e possa avvicinare anche donne in sovrappeso all’attività sportiva?

  • Trovi che la moda possa in qualche misura incoraggiare errate abitudini alimentari?

  • Quali suggerimenti ti sentiresti di dare per una pratica sportiva serena e inclusiva?

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