A Roma una ricerca etnografica sulle merendine al cioccolato ha coinvolto 15 famiglie che sono state osservate nella loro realtà quotidiana per poter scoprire le dinamiche che le guidano nella scelta, nell’acquisto e nel consumo. Ma che cos’è una ricerca etnografica e come si svolge ? Scopritelo insieme a noi!

Un incontro molto ravvicinato … con il consumatore

Il manager di una grande azienda ha veramente idea di chi sia il suo consumatore tipo? Stando seduto dietro una scrivania ed esaminando dati numerici sulle vendite, può formarsi un’idea corretta su chi sia il suo utente finale, dove vive, che fa, di che si occupa e che cosa lo porta a scegliere il suo prodotto o quello di un suo concorrente? Non sarebbe utile di tanto in tanto uscire dagli uffici ed andare a osservare dal vero chi sono i consumatori e che cosa li motiva all’acquisto?

E’ esattamente quello che è stato fatto di recente a Roma in un interessante lavoro di ricerca di mercato svolto da Test Point. Sono state selezionate 15 famiglie che abitualmente consumano merendine al cioccolato di una nota marca. L’intervistatrice/osservatrice si è recata a domicilio e ha osservato attentamente il contesto, la casa, la cucina, gli scaffali dove i prodotti sono conservati, ha studiato la famiglia nel momento della colazione del mattino, ha seguito la mamma mentre preparava la merenda da riporre nello zainetto del bambino.

Poi ancora ha seguito la padrona di casa nelle normali attività del mattino e la ha accompagnata al punto vendita per la spesa osservando la modalità di scelta e i comportamenti di acquisto. Si trattava, in sostanza, di seguire la routine quotidiana della famiglia per capire come l’ambiente possa influire sulle scelte di acquisto.

Insomma, in questo tipo di ricerca di mercato, nota come ricerca etnografica con un termine mutuato dall’antropologia culturale, il ricercatore diventa una specie di “telecamera vivente” con lo scopo di osservare e registrare i comportamenti che conducono all’acquisto, focalizzando l’attenzione sull’influenza che può avere l’ambiente sui consumatori.

Durante la loro visita gli osservatori hanno affiancato le famiglie nella loro giornata, in casa, per strada, in ufficio, sui mezzi pubblici, nei punti vendita, hanno preso appunti, filmato qualche momento della giornata, scattato delle fotografie, senza che le famiglie selezionate sapessero quale fosse l’oggetto preciso dell’osservazione: gli osservatori si sono mantenuti il più possibile neutrali ed evasivi se venivano poste loro domande specifiche.

Sotto la lente di una Candid Camera

Nel corso di questo tipo di ricerche, manager e ricercatori, anche un gruppo di quattro o cinque persone, trascorrono una mezza giornata o anche una giornata intera insieme ai soggetti selezionati per lo studio, immergendosi profondamente nelle loro vite, osservandone abitudini e comportamenti.

Insomma, la ricerca funziona come una specie di Candid Camera, o di Grande Fratello, se preferite, che studia abitudini e comportamenti nel loro ambiente naturale.

Come potete facilmente immaginare, non è proprio facilissimo per l’osservatore lavorare mantenendosi quasi ”trasparente” per non mettere in imbarazzo chi si sente osservato e non influenzare i suoi comportamenti, così come non è facile per la famiglia oggetto di studio mantenere un comportamento naturale e disinvolto.

Tuttavia, con questa metodica è possibile ottenere risultati più profondi, ricchi e convincenti rispetto a quanto si possa fare con metodi di ricerca tradizionali.

Il primo passo

Le ricerche etnografiche vengono svolte su un campione molto piccolo e non hanno un valore statistico: spesso rappresentano solo una primissima fase di una ricerca di mercato più ampia che verrà poi svolta successivamente con altre metodiche.

In questo modo, però, si riesce ad entrare nella vita delle persone e a capire ciò che fanno, ciò che scelgono e come e perché lo scelgono, aiutando a scoprire l’universo psicologico dei consumatori e le emozioni che vengono associate ad un prodotto.

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