Chi non si è fermato almeno una volta a pensare, prima di buttar via un alimento scaduto, se forse non fosse il caso di provarlo… “magari è ancora commestibile….”.
In effetti non per tutti gli alimenti la data di scadenza è improcrastinabile, per altri poi è una questione di resa del prodotto: mozzarella, ricotta e robiola devono essere consumati fino a qualche giorno prima della data di scadenza ma il latte fresco può essere bevuto fino ad un paio di giorni dopo la scadenza, lo yogurt addirittura fino a una settimana successiva e le uova ancora per 28 giorni da essa.
Per altri alimenti non c’è una vera e propria data: la carne, ad esempio, va buttata se perde molto liquido (ma se è invece solo un po’ scura ed ingiallita, si può ancora consumare a patto che venga cotta bene e che non si vada oltre un paio di giorni dalla scadenza), il prosciutto cotto si può mangiare finché conserva consistenza e un buon odore e i prodotti che non riportano una data di scadenza ma la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” possono essere consumati fino a 6 mesi dalla data impressa sulla confezione.
La normativa italiana è molto precisa e prevede che sull’ etichetta siano riportati giorno, mese ed anno per gli alimenti che si conservano per meno di 3 mesi, mese ed anno per quelli che si conservano fino a 18 mesi e solo l’anno per gli alimenti a lunga conservazione.
Se si leggono bene le etichette e ci si lascia guidare da poche norme e molto buon senso si può evitare tanto spreco di cibo e soldi!